giovedì 1 settembre 2011

Pietre coreane/7


Settima parte
Per leggere la terza parte: http://strane-storie.blogspot.com/2011/08/pietre-coreane3.html
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Entrai distrattamente nel Salone. Le Voci ulularono per salutarmi.
Sul muro pulito da poco c’era stato un nuovo tentativo di vandalismo.
“Ora basta!” sbottai.
Immaginai già la faccia di Alex ricoperta di scritte.
Le Voci ulurarono più forte.
“Non è il momento!” dissi loro.
Camminando a passo veloce tornai alla piazzetta dell’aggressione, quindi svoltai davanti casa di Alex.
Aspettai ben nascosto che tornasse da scuola. Alex mangiò senza voglia, guardò un po’ di televisione e si assopì sul divano.
Grande errore!
Si risvegliò in quella che era probabilmente la sua cameretta.
Sentì qualcosa prudergli la mano destra e iniziò a grattarsela nervosamente. Ma più si grattava più la mano prudeva e così doveva grattarsela sempre più velocemente. Grattava, grattava, grattava. Grattò così forte che la pelle si strappò all’altezza del polso. Alex cacciò un urlo ma non poteva smettere di grattarsi frenetico. La pelle si lacerò del tutto e la mano staccatosi dal braccio, cadde a terra con un tonfo. Il prurito era passato e il ragazzo si accasciò sul letto per riprendere fiato.
La mano, dopo un momento di esistazione, riprese vita e inizio a correre nella stanza. Poi si arrampicò sulla scrivania, prese un pennarello e inizio a scrivere dapertutto. Alex correva dietro alla mano supplicandola di smettere ma la mano era più veloce. Poi di colpo si girò e puntò alla sua faccia, riempendola di scritte. Tutti i pennarelli presero vita e iniziarono a scrivergli sulla faccia. Alex si dimenava e urlava, si dimenava e urlava ma non poteva sfuggire alla loro furia. Si svegliò piangendo. La mano era ancora al suo posto e i pennarelli non gli avevano deturpato il volto. Ma per calmarsi del tutto, dovette correre in camera e verificare che nulla era cambiato.
“Spero avrai imparato la lezione” bofonchiai, rientrando nel Salone. Dovevo riposarmi e pensare a come punire il Corea. Con lui non sarebbe stato, purtroppo, così facile.
Le Voci urlavano così forte che si udivano anche lì fuori. Che stava succedendo ora?
Aprii trafelato il cancello e il portone e mi guardai intorno. Dylan (Dylan!) aveva azzannato al polpaccio una strana creatura: aveva la pelle verdegnola, la faccia butterata, i vestiti lisi. E in mano una bomboletta spray.

Santa Luna! Alex non c’entrava niente!

Ma in fondo –ragionai– se io stesso avevo dovuto attendere fuori casa che tornasse da scuola, come poteva star in due posti contemporaneamente?
Mi sentii profondamente in colpa.
Ma il tempo per i rimorsi sarebbe venuto dopo. Ora bisognava capire chi fosse l’essere con la bomboletta spray e i propositi omicidi verso Jack Bicipite.
“Dylan puoi lasciarlo andare! Ottimo lavoro!” Dylan mi salutò contento e con la sua andatura goffa e incerta se ne tornò nei sotteranei. Le Voci gridavano impazzite e chiedevano il sangue della creatura.
L’esserino mi guardò con i suoi occhi torvi e sospettosi: “Brutto bastardo!” –sibilò– “non lo hai ancora ucciso! Bella giustizia la tua!”
“Credo sia buona educazione presentarsi. Io mi chiamo Urano ma credo tu mi conosca già.”
La creatura ignorò il mio saluto: “Voglio la sua testa. La testa di Jack Bicipite!” poi decise di allontarnarsi. Le Voci protestarono furiose.
Lo afferrai per il bavero e lo trascinai davanti a me: “Ti ripeto le regole della buona educazione…”
“Sei un autentico rompino!” –sbottò con la sua faccetta color muffa– “mi chiamo Icarius, un tempo invece ero Giacomo.”
“Scusa ma non capisco”
“Ma non vedi la mia pelle decomposta, i miei vestiti rovinati, i miei occhi, non senti la mia puzza…insomma io sono un cadavere!”
“Oh!”
“Sono morto in un incidente stradale molti anni fa. Non vedi i miei vestiti? Ti sembra che oggi sia sepolto ancora qualcuno con questi vestiti?”
“Non me ne intendo ma…”
“Bene. Io riposavo nella mia bara, quando Jack Bicipite e i suoi amichetti una sera profanarono la mia tomba.”
“Caspita!”
“Spaccarono la lapide, tirarono fuori la bara e poi tentarono di aprirla, riuscendo però solo a sfregiarla. Quindi la sfondarono con un’accetta, fecero uscire il mio corpo ma si spaventarono e mi lasciarono così mezzo dentro e mezzo fuori. Il guardiano arrivò solo alle nove del mattino e così rimasi esposto al sole per diverse ore. Quelle sufficienti per sdoppiarmi. Così la mia anima è rimasta nell’aldilà e il mio corpo nella bara, ma le mie ossessioni si sono materializzate in questo corpo e sono tornate a vagare nel mondo. E non guardarmi con quella faccia! Sai benissimo che tutto ciò è possibile, unendo ai raggi solari una certa combinazione di aria, vento e terra.
 D’altronde anche tu…”
“Cosa vai dicendo?” –sobbalzai– “Io non sono nato dai cadaveri. Io sono di alta qualità! Io sono dotato di anima!”
“Si si va bene. Ma è la mia storia quella importante o no? è la mia storia che devo raccontare o no?”
“Mi sembra che hai già detto tutto. Senti Jack è già stato punito ed ora si è pentito di tutte le sue colpe.”
“Voglio la sua testa!”
“Sai benissimo che per te non c’è scampo. Il suo sangue non ti darà la pace che cerchi, una volta ucciso Jack Bicipite un nuova ossessione tornerà a tormentarti.”
Era orribile essere un Ossessionato. Sono eterni prigioneri delle loro ansie e delle loro angosce. Non c’è speranza per loro perché tutte le cose belle della vita sono rimaste nella tomba o forse sono volate nell’aldilà. Per loro, solo la morte è l’unica liberazione.
Ma Icarius-Giacomo non la pensava così. Urlandomi che era un traditore venduto e vigliacco si allontanò rapidamente.

Continua...

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