venerdì 31 agosto 2012

Un cisternese a Venezia

Cisterna non ha un cinema. Ne tantomeno un teatro. Chi recita in genere si arrangia, nelle piazze o in sale improvvisate. Chi vuole vedere un film va fuori, oppure si affida allo streaming.

Ma questo non è stato un ostacolo per Emiliano Russo, giovane regista locale, che ha conquistato un traguardo non indifferente: parteciperà, infatti, alla 62° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, la rassegna che richiama nella città delle gondole i pesi massimi della pellicola di tutto il mondo. 

Il nostro concittadino, insieme ad altri cinque allievi registi dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico", ha realizzato uno dei sei cortometraggi che compongono il film "6 sull'autobus". "Si tratta" -spiega un comunicato stampa dell'Accademia- "di sei diverse storie con un punto in comune: l'ambientazione su un vecchio autobus di linea in movimento per le strade di Roma. A dimostrazione del legame che unisce da sempre l´Accademia al mondo del cinema il film è interpretato, oltre che dagli allievi attori in corso, da ex allievi come Margherita Buy, Luigi Lo Cascio, Maria Paiato, Claudio Bigagli, Pino Quartullo, Manuela Mandracchia, Caternia Sylos Labini e Sergio Rubini e da amici dell´Accademia come Gigi Angelillo e Simona Marchini. 6 sull' autobus, sarà presentato il prossimo 2 Settembre alle Giornate degli Autori Venice Days."

Cisterna, dicevamo, non ha un cinema e neanche un teatro. Sarebbe inutile ricordare tutto quello che non ha. E' molto più bello far notare che c'è chi riesce a coltivare un talento artistico, malgrado tutto questo non-avere. Il "se ci fosse..." è solo una scusa. Non giustifica le mancanze degli amministatori ma non giustifica neanche le nostre mancanze. 
"Il se" -scrisse una volta Massimo Gramellini- "è il grido del fallito. Nella vita si diventa grandi nonostante".  





***ERRATA CORRIGE*** Come mi hanno fatto giustamente notare, non è vero che a Cisterna non c'è un teatro. Non c'è stato per molto tempo ma, due anni fa è stato aperto il Teatro SpazioZeroNove. 


lunedì 20 agosto 2012

"La quercia non è mai stata privata"

La quercia delle polemiche
di via Porta Agrippina
"Anche prima dei lavori la quercia non è mai stata nostra". Si ribella la famiglia Castagnacci, finita al centro della bufera politica. Non ci stanno a passare per parassiti e privilegiati. E decidono di reagire, sperando di uscire da questa storia una volta per tutte. 

Tutto incomincia, quando poche settimane fa, la stampa locale scopre che, per salvare il secolare albero di via Porta Agrippina, sono stati spesi trentamila euro. Tanti in tempi di crisi. E ad accentuare la polemica, in molti, in buona fede, si sbilanciano sostenendo che la quercia sia in realtà privata. Il Comune, dunque, avrebbe sborsato una cifra relativamente alta per un intervento che invece sarebbe dovuto ricadere interamente sulle tasche dei proprietari. 

Quanto basta per accendere la miccia, e nel mirino finiscono così anche i padroni del terreno attiguo la quercia. Ovvero gli eredi Castagnacci, accusati nel mucchio, anche se la terra -contrariamente a quanto dichiarato- non appartiene ad un'unica famiglia ma ai figli di chi acquistò il fondo agricolo, prima della seconda guerra mondiale. Uno di questi eredi è molto conosciuto in città perché possiede una cartolibreria lungo Corso della Repubblica ed è membro della giuria del Premio Cisterna, e per via della sua notorietà passa per il principale "colpevole", anche la sua parte di eredità si trova sul lato opposto a via Porta Agrippina. 

"Siamo stanchi" -dichiarano- "che qualcuno solo per ragioni politiche, continui a portare avanti versioni completamente errate. Anche prima dei lavori, la quercia non era all'interno della recinzione. Le enormi sterpaglie che c'erano potevano dare quest'impressione ma, se si guardano le vecchie foto o le immagini di Google Street View con attenzione si vede che non è così." Inizialmente l'intervento dell'amministrazione cittadina prevedeva una semplice pulizia dell'erba. Ma pulendo il terreno, si scopre che l'albero rischia di cadere sulla strada. Così viene finanziato il controverso intervento per imbragare la pianta. Lavoro che però rende necessario coinvolgere i proprietari del terreno confinante. I quali mettono a disposizione la loro pertinenza per il passaggio dei mezzi per i lavori e quindi per installare le cosiddette "carote" che tengono i tiranti per sostenere l'antico albero. 

"In tutto questo" -spiegano- "non ci abbiamo guadagnato un euro. La nuova recinzione, poi, l'abbiamo pagata con i nostri soldi. Abbiamo i documenti in casa che lo dimostrano." L'intervento pubblico ha perciò riguardato solo una proprietà pubblica. "Purtroppo in questa situazione sia di crisi economica sia di diffusa insofferenza verso la politica, basta poco per scatenare una caccia alle streghe. Noi capiamo le ragioni di chi protesta per i soldi spesi, ma non ci stiamo ad essere accusati ingiustamente." E a ribadire quanto affermano, i Castagnacci mostrano i documenti catastali che dimostrano, in maniera inoppugnabile, come la quercia sia sempre stata pubblica. Su tale atto si legge, infatti, che la piccola porzione su cui insiste la quercia appartenga (parole testuali) all'"amministrazione provinciale di Littoria". Già prima della guerra, dunque, la quercia non era privata. Il primo Castagnacci, arrivato a Cisterna, comprò il terreno senza la quercia. Pare si sia rifiutato nel timore che avesse portato problemi in futuro. La lungimiranza degli antichi che i contemporanei non hanno. Altrimenti dovrebbero sapere che accusando senza prove, ma sulla base di impressioni e chiacchiere di piazza, si rischia di infangare ingiustamente la reputazione di persone innocenti. Si prendono granchi come questo e si perde completamente di credibilità, anche quando si combatte per qualcosa di giusto.

I DOCUMENTI CATASTALI CHE DIMOSTRANO CHE LA QUERCIA (particella 269) E' PUBBLICA:



giovedì 16 agosto 2012

Impressioni di ferragosto

"Per la Madonna d'Agosto, proprio nel cuore del paese [...] a mezza mattina cominciava la messa cantata. Finita la messa cominciava la processione ed impiegò un'ora a fare il giro della piazza [...] ma uno spettacolo più inaspettato mi fece presto scordare il prete. Sento fra gente e gente correre un bisbiglio, un sussurro che si comunicava da vicino a vicino: ed intorno a me si comincia a dire assai chiaramente: i briganti! i briganti! Cerco con lo sguardo sulle teste, e vedo di fatti non lontani tra gente e gente, i cappelli a pizzo inghirlandati di nastri a svolazzo, distintivo della rispettabile corporazione. Erano proprio loro."

Così Massimo d'Azeglio, eroe del Risorgimento italiano di passaggio nelle Paludi Pontine, raccontava il Ferragosto Cisternese del 1825. Centoottantasette anni dopo la festa ritorna nel cuore del paese, che oggi è una città. La palude non c'è più, i briganti non girano più con i nastri a svolazzo, ma il Ferragosto Cisternese resiste. Criticatissimo ma intoccabile, roccaforte della nostra identità.
San Rocco in processione
(foto di Carlo Buonincontro da "Esso Chissi de Cisterna") 

Come ogni anno ad aprire la festa è la processione del Santo che, come tradizione, 
sfila fra l'indifferenza generale. Ieri i briganti, oggi le bancarelle, le fritture, la musica delle giostre, le chiacchiere, le corse. Una timida voce prova a gridare "Viva Sa' Rocco" ma nessuno l'ascolta. Una donna che si ingozza di patatine fritte si chiede perché la processione non la facciano un altro giorno visto che il "15 è n'casino, co o' concerto e tutto o'' casino". 

O' Concerto di quest'anno è affidato ad Anna Tatangelo. I miei lettori più fedeli ben ricorderanno la celebre frase che scatenò l'ira funesta dei fan (leggi i commenti di "Ferragosto, arrivano Anna Tatangelo e Noemi"). Ricorderanno le terribili minacce arrivate al sottoscritto (la più crudele che ancora non mi fa dormire la notte: "andrai a lavorare a Studio Aperto!") ma contrariamente alle previsioni sono sopravvissuto. 

Più che dalle fan agguerrite della compagna di un noto cantante napoletano, (non diciamo il nome per non danneggiare ulteriormente Anna) il maggior pericolo è arrivato quando, dopo la prima canzone, la gente è letteralmente fuggita dalla piazza. Purtroppo in quel momento, mi trovavo sull'unica via di fuga e la folla impazzita travolgeva ogni cosa al suo passaggio. Fortunatamente però non sono stati registrati morti o feriti.

Il Ferragosto 2012 risente gli effetti della crisi. La città, come il resto del Paese, non passa un momento facile e la gente non vuole neanche divertirsi. Se negli scorsi anni il Corso traboccava, quest'anno c'erano molte meno persone. Ma nella depressione generale si inserisce una piccola nota di speranza. 

Prima del concerto della Tatangelo, è stato concesso ai musicisti locali di esibirsi sul palco davanti alle migliaia di persone presenti. Diverse band cisternesi si sono così aggregate (chiamandosi "Piccola Orchestra Cisternese") intorno alla cantante Maria Francesca Bartolomucci e hanno suonato per circa un'ora proponendo un eccellente repertorio con maestria, classe e qualità. Conquistando il pubblico che, pure, era venuto ad ascoltare un'altra cantante.

La strana estate cisternese che, ha fatto brillare -fra mille difficoltà- i talenti locali riscuotendo sempre un enorme successo, si completa così nel modo migliore, sbarcando (anche se per poco) sul palco della manifestazione clou. La rivoluzione continua, sperando che si riesca sopratutto a far passare il messaggio più importante che vogliamo trasmettere ai nostri concittadini: basta fuggire, basta lamentarsi, è ora di investire sulle nostre risorse, sulle capacità e sui talenti che ognuno di noi possiede. Solo così si potrà trasformare, nel profondo, Cisterna.  

P.S. Non dimenticate di venire sabato 18 agosto, ore 20:30 a Cisterna Vecchia per lo spettacolo itinerante "Serata fra rime, voci e ricordi". Non ve ne pentirete!


domenica 12 agosto 2012

Dove mi stai portando estate?

Dove mi stai portando, estate?

Intorno a me cambia tutto, vacilla ogni certezza. 
Qualcuna muore e neanche mi dispiace.

Trascinato dalla corrente, vado a largo.
Non so se posso fidarmi, ma non ho alternative.

Ho perso tutte le mie battaglie,
il peso delle sconfitte mi affonda.

Non cerco vendetta,
anche se non so perdonare,
ma ogni frastuono
è lontano.

Mi stancano i soliti discorsi,

niente mi emoziona
tutto diventa banale.


Vedo amici prendere strade nuove, 
scrollarsi di dosso il passato.
Antiche convinzioni ora sono solo
immagini sfocate in lontananza.


Mi stai portando, estate, 
in un mondo capovolto
e sconosciuto.
Non provo nostalgia,
ma non so orientarmi.

Cerco un coraggio
che non ho,
Cerco un coraggio che non ho, 
cerco me stesso e dov'è più non so.

mercoledì 8 agosto 2012

La città proibita

Nessuno ricorda quando camminò per la prima volta. Nessuno ricorda la grande fatica, lo sforzo, la difficoltà del momento in cui, piccolissimi, abbiamo iniziato ad alzarci in piedi e a muoverci da soli. Compiuti i primi passi, camminare diventa rapidamente qualcosa di meccanico e scontato. Ci muoviamo continuamente nella nostra vita quotidiana, spostiamo i nostri piedi di continuo, senza pensarci. Sempre di corsa, senza mai renderci conto che questo sia un privilegio, che ha molti la vita ha negato. Presi dalla frenesia del quotidiano, ci dimentichiamo con facilità di chi, questo privilegio, questo miracolo della natura, non lo conosce. In un mondo costruito per chi può camminare, non è semplice la vita di un disabile. Esiste una legge, la numero 13 del 1989 che si è preoccupata di eliminare le barriere architettoniche, i mille piccoli ostacoli che deve incontrare ogni giorno chi si muove in carrozzella. Ma anche chi spinge un passeggino per neonati, chi si è rotto un ginocchio o un piede, gli anziani. Basta guardare con attenzione le nostre città per accorgerci che questa legge, ventitre anni dopo la sua approvazione, non è stata ancora pienamente applicata. Anche Cisterna non sfugge alla regola. 

Una città proibita per chi non può muoversi autonomamente. In molti, armati di macchinetta fotografica e connessione ad Internet, hanno iniziato a denunciare la vergogna attraverso blog e social network. Numerose le strade a rischio: le centralissime via Dante Alighieri e via Monti Lepini sono sprovviste del marciapiede ed è necessario muoversi ai margini della carreggiata. Un'impresa che è molto difficoltosa per i pedoni (le due strade presentano, non a caso, un alto numero di investimenti) e diventa estremamente pericolosa per le carrozzelle. Altra via a rischio è via Nettuno, anche qui sprovvista dei marciapiedi per un buon tratto, malgrado questa strada sia molto frequentata dagli studenti del vicino Liceo Scientifico. Ma la barriera più clamorosa si trova nel posto più impensabile: nel Municipio, la casa di tutti. Il Comune di Cisterna è ospitato in un edificio modernissimo, progettato e costruito da pochi anni, ma per accedere all’entrata principale su via Zanella, bisogna passare attraverso sette gradini in marmo. Impossibile per chi è disabile. L’unica alternativa è uno scomodo garage sotterraneo, cui si può accedere tramite la pericolosa via Carducci, dove i marciapiedi sono piccoli e stretti e le macchine corrono veloci. Un passaggio, certamente inadeguato, per chi ha già tante difficoltà di movimento. 

Barriere architettoniche all'ingresso del Comune di Cisterna
A onor del vero, quando fu inaugurato il nuovo palazzo comunale, l’ingresso principale si apriva su Piazza XIX Marzo ed era stato costruito a norma di legge, senza barriere. Poi iniziarono i lavori che sventrarono la piazza e l’entrata ufficiale, ormai impraticabile, fu spostata sui gradini di via Zanella. Doveva essere una soluzione provvisoria, ma sono ormai molti anni che i lavori sono fermi e nessuno si è posto il problema. Chiusi nella nostra indifferenza, noi privilegiati con le gambe, in tanti anni nessuno di noi ha notato quei gradini all'entrata. A sollevare il problema, è stato necessaria una clamorosa denuncia tramite un profilo anonimo su Facebook. Visto che i lavori della piazza rischiano di restare fermi, ancora, per molti anni, non si può rendere l'ingresso di via Zanella finalmente accessibile a tutti, anche ai cisternesi più sfortunati?

(quest'articolo è stato pubblicato su "Latina Oggi" del 7 agosto 2012 con il titolo "Barriere invalicabili" http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5d30befcd/pag22aprilia.pdf)

sabato 4 agosto 2012

Pensieri di una notte di mezz'estate

"Pe chi patisce de malinconia
questa è l'ora più peggio che ce sia!"
(Trilussa)

Notte di luna piena, stasera.
Quanti se ne saranno accorti? Quanti hanno alzato lo sguardo, per ammirare la luna infuocarsi mentre incrocia le ultime luci del giorno, nell'ora del tramonto. Un'enorme caramella all'arancia, così fantastica da sembrare un effetto speciale, una manipolazione del Cielo.

Ormai nessuno guarda più la luna o il tramonto. Ancor meno l'alba, spettacolo ancor più suggestivo, simbolo di speranza e rinascita, che però va in onda ad orari sbagliati. O la magia di un temporale o di una nevicata, spunto per discussioni, lamentele e inutili polemiche alla televisione. Le meraviglie della natura resistono solo nei simboli e nelle canzoni. Ma a vederla dal vivo, nuda e imperfetta, lontana dagli stereotipi, la nostra unica madre quasi delude. "Tutto qua?" L'uomo moderno, dice un vecchio detto del giornalismo, vuole solo sangue, sesso e scandali. Chi non offre niente di simile, rinunci al successo e all'attenzione degli altri. Cosa c'è ancora da vedere in cose antiche da millenni? Cosa resta poi per poter discutere ed esprimere, ad ogni costo, un'opinione o un luogo comune?

Neanche le anime malinconche contemplano più la natura. Il depresso per eccellenza, Leopardi, guardava il Creato e scriveva poesie, oggi si ingoiano pillole e si va da uno psicologo. Sfuggire alla solitudine nascondendosi negli angoli più torbidi di Internet. Corteggiare ragazzine o ragazzini in cerca del primo brivido, vantarsi pregresse esperienze o supplicarli: "Ti compro quello che vuoi, ti regalo un vestito firmato, una ricarica, cento euro".

Chi guarda ancora le stelle? Chi trova il coraggio di perdersi, con gli occhi, nella notte? Fu così, dicono gli storici, che l'uomo primitivo scoprì l'esistenza di Dio. Oggi le stelle non esistono più, sono state cancellate dal neon e dai lampioni. Illuminati a forza per scacciare ogni paura, da quella dei ladri a quella dell'infinito. Le stelle servono solo a compilare i soliti oroscopi, sempre uguali, sempre banali. Come i politici, promettono sempre fumose svolte che non arriveranno mai.

Un bosco è solo un luogo pericoloso, dove gli insetti e allergie colpiscono senza pietà. Un albero è inutile perché attrae le bestie, sparge la polvere, nasconde gli animali. Meglio un parcheggio per un'altro SUV, meglio il verde triste di piccole piante finte che moriranno prima di crescere.

Esiste qualcuno che trova ancora il coraggio di meravigliarsi? Di alzare le nostre teste, sempre abbassate, e tornare a guardare in alto? Ricordarsi che siamo ancora lontani dalla perfezione e che dobbiamo sforzarsi di raggiungerla? Stimolare di nuovo le nostre anime, trovare il coraggio di avere un sogno, un'utopia, un traguardo da raggiungere?

mercoledì 1 agosto 2012

"I parcheggiatori non saranno licenziati"

I parcheggiatori di Cisterna, dopo le proteste e il clamore mediatico, conquistano una prima vittoria. Nella seduta del consiglio comunale di oggi, il sindaco rispondendo ad un interrogazione del consigliere comunale PD, Gianni Isacco, ha chiarito ufficialmente che il gestore privato, chiunque sarà, dovrà assumere tutti i dieci dipendenti della cooperativa Luminosa.

La vicenda (vedi: "Il buio oltre settembre") era iniziata diversi mesi fa. I dieci invalidi civili che si occupano, per duecento euro al mese, della vendita di biglietti delle strisce blu, avevano scoperto da un articolo di giornale che a settembre la cooperativa Luminosa sarebbe stata sciolta e al posto loro sarebbero comparsi i parcometri.

Comprensibilmente preoccupati per il loro futuro, i parcheggiatori avevano cercato spiegazioni da politici e amministratori comunali, senza però ottenere la minima attenzione. Decisi a difendere i loro diritti, hanno iniziato a protestare con tutti i mezzi pacifici possibili, portando all'attenzione dell'opinione pubblica la loro battaglia di civiltà.

Oggi, finalmente, dopo mesi di silenzio, la svolta che fa ben sperare per il futuro. "Siamo soddisfatti per le parole di Merolla" -dichiarano i responsabili dell'associazione Eupolis che hanno seguito il caso dall'origine, assistendo i parcheggiatori- "adesso i lavoratori potranno tirare un sospiro di sollievo. In ogni caso noi continueremo a vigilare con attenzione, fino a quanto i parcheggiatori non saranno ri-assunti definitivamente dal nuovo gestore".