lunedì 20 agosto 2012

"La quercia non è mai stata privata"

La quercia delle polemiche
di via Porta Agrippina
"Anche prima dei lavori la quercia non è mai stata nostra". Si ribella la famiglia Castagnacci, finita al centro della bufera politica. Non ci stanno a passare per parassiti e privilegiati. E decidono di reagire, sperando di uscire da questa storia una volta per tutte. 

Tutto incomincia, quando poche settimane fa, la stampa locale scopre che, per salvare il secolare albero di via Porta Agrippina, sono stati spesi trentamila euro. Tanti in tempi di crisi. E ad accentuare la polemica, in molti, in buona fede, si sbilanciano sostenendo che la quercia sia in realtà privata. Il Comune, dunque, avrebbe sborsato una cifra relativamente alta per un intervento che invece sarebbe dovuto ricadere interamente sulle tasche dei proprietari. 

Quanto basta per accendere la miccia, e nel mirino finiscono così anche i padroni del terreno attiguo la quercia. Ovvero gli eredi Castagnacci, accusati nel mucchio, anche se la terra -contrariamente a quanto dichiarato- non appartiene ad un'unica famiglia ma ai figli di chi acquistò il fondo agricolo, prima della seconda guerra mondiale. Uno di questi eredi è molto conosciuto in città perché possiede una cartolibreria lungo Corso della Repubblica ed è membro della giuria del Premio Cisterna, e per via della sua notorietà passa per il principale "colpevole", anche la sua parte di eredità si trova sul lato opposto a via Porta Agrippina. 

"Siamo stanchi" -dichiarano- "che qualcuno solo per ragioni politiche, continui a portare avanti versioni completamente errate. Anche prima dei lavori, la quercia non era all'interno della recinzione. Le enormi sterpaglie che c'erano potevano dare quest'impressione ma, se si guardano le vecchie foto o le immagini di Google Street View con attenzione si vede che non è così." Inizialmente l'intervento dell'amministrazione cittadina prevedeva una semplice pulizia dell'erba. Ma pulendo il terreno, si scopre che l'albero rischia di cadere sulla strada. Così viene finanziato il controverso intervento per imbragare la pianta. Lavoro che però rende necessario coinvolgere i proprietari del terreno confinante. I quali mettono a disposizione la loro pertinenza per il passaggio dei mezzi per i lavori e quindi per installare le cosiddette "carote" che tengono i tiranti per sostenere l'antico albero. 

"In tutto questo" -spiegano- "non ci abbiamo guadagnato un euro. La nuova recinzione, poi, l'abbiamo pagata con i nostri soldi. Abbiamo i documenti in casa che lo dimostrano." L'intervento pubblico ha perciò riguardato solo una proprietà pubblica. "Purtroppo in questa situazione sia di crisi economica sia di diffusa insofferenza verso la politica, basta poco per scatenare una caccia alle streghe. Noi capiamo le ragioni di chi protesta per i soldi spesi, ma non ci stiamo ad essere accusati ingiustamente." E a ribadire quanto affermano, i Castagnacci mostrano i documenti catastali che dimostrano, in maniera inoppugnabile, come la quercia sia sempre stata pubblica. Su tale atto si legge, infatti, che la piccola porzione su cui insiste la quercia appartenga (parole testuali) all'"amministrazione provinciale di Littoria". Già prima della guerra, dunque, la quercia non era privata. Il primo Castagnacci, arrivato a Cisterna, comprò il terreno senza la quercia. Pare si sia rifiutato nel timore che avesse portato problemi in futuro. La lungimiranza degli antichi che i contemporanei non hanno. Altrimenti dovrebbero sapere che accusando senza prove, ma sulla base di impressioni e chiacchiere di piazza, si rischia di infangare ingiustamente la reputazione di persone innocenti. Si prendono granchi come questo e si perde completamente di credibilità, anche quando si combatte per qualcosa di giusto.

I DOCUMENTI CATASTALI CHE DIMOSTRANO CHE LA QUERCIA (particella 269) E' PUBBLICA:



7 commenti:

  1. Strano...non leggo nessun commento dei soliti indignados de noantri, i vari Virghil, Cittadini Cisternesi ecc. ecc. che forse, dopo questa figura di merda, dovrebbero chiedere scusa a persone infangate da settimane di propaganda martellante...

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  2. io personalmente da ingegnere, penso che le strutture normalmente dovrebbero essere ricostruite tutte ai fini della sicurezza degli animali e di cui soprattutto le sciemmie mediante nuove costruzioni in materiali come cacca e paglia ammucchiate a dovere.

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  3. trovo il tuo intervento interessante in quanto hai spiegato in modo appropiato le cause di tutte queste inutili costruzioni, io pernonalmente prerferisco le capanne, tendaggi, sacchi a pelo, tutte cose acquistabili da brico.

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  4. io da ingeniere propongo una camera ove mettiamo zepre conigli pitoni picchioni inoltre agiungo una camera a gas cn l alimentazione di scorregge di animale ,...
    questo e un ottimo intervento direiii ciao

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  5. Io come architetto,non sono d'accordo con l'ingegnere.Dal mio punto di vista la cacca è facilmente frantumabile,mentre la paglia ammucchiata a dovere con del buon vomito fresco fatto in cantiere,penso che sia un ottima soluzione da usare soprattutto per le generazioni future.

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  6. io mettere una camera con animali e alimentarla con le loro scorregge .....
    ottimo intervento direii

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