mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile...




Nada Dahif è stata picchiata e torturata. E’ stata ventidue giorni in isolamento prima di uscire dalla prigione. E’ un medico e ha soccorso e curato gli attivisti massacrati dalla polizia politica del Barhein, emirato del Golfo Persico. E il regime che schiaccia senza tregua quel paese ha deciso di prendersela anche con lei. 


Alcune settimane dopo aver manifestato contro il dittatore chiedendo giustizia e libertà, Karim, studente diciottenne di Dera’a (Syria) è stato catturato in piena notte dai soldati dell’esercito. Hanno fatto irruzione in casa sua e lo ha trascinato via bendato, sotto gli occhi inermi e sconvolti dei familiari. In prigione è rimasto due settimane. Durante il primo interrogatorio, gli hanno strappato la pelle delle gambe usando delle tenaglie di ferro perché si è rifiutato di rivelare i nomi di altri partecipanti alle manifestazioni. Una notte è stato costretto ad assistere allo stupro di un suo coetaneo. “Gli hanno calato i pantaloni” –ha raccontanto ad Amnesty International– “e poi un ufficiale lo ha violentato sbattendolo contro un muro. Quel ragazzo piangeva, si disperava e invocava invano pietà.”


Lobsang Sherab aveva 20 anni e un profilo su Facebook. Aveva già deciso di dedicare la sua vita alla meditazione ed era diventato da poco monaco buddista. Ma un giorno ha lasciato il convento di Kirti dove viveva, è sceso nella città di Chara e si è dato fuoco. Si è immolato per la libertà del Tibet, sessant’anni sotto la repressione cinese.


Oggi è il 25 aprile. Festa della Liberazione. In memoria di uomini coraggiosi che combatterono contro un nemico feroce e potente per restituire all’Italia libertà e democrazia. Ma anche la democrazia italiana è fragile e talvolta i diritti costituzionali vengono calpestati. Come successo nel 2001 nella scuola Diaz di Genova con i suoi colpevoli in gran parte impuniti. O quando sono state approvate leggi razziste verso gli immigrati o i Rom. O quando i lavoratori si trovano costretti a scegliere fra mantenere i propri posti di lavoro o conservare i propri diritti sindacali.


Vorrei dedicare questo giorno ai partigiani di ieri che lottarono contro il fascismo. Ma estendere il pensiero a Nada, Karim e Lobsang e a tutti i partigiani di oggi che lottano per la libertà, per la democrazia, per un mondo più giusto e più umano in Italia e in ogni parte del mondo. 

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