sabato 21 gennaio 2012

Ex Mulino Luiselli, vent'anni di vergogna

Qualche anno fa il FAI lanciò uno concorso per i ragazzi delle scuole medie: dovevano trovare un luogo abbandonato nella loro città e proporre un piano di recupero. Partecipò anche una seconda media di Cisterna e come luogo da salvare scelsero l’ex Mulino Luiselli, lo storico edificio che fu costruito nel XVI secolo e ospitò per due secoli un convento francescano. Il progetto dei nostri ragazzi prevedeva giardini alberati e  strutture messe a disposizione della città. Si classificò terzo. Ma purtroppo alla guida della città non ci sono quei ragazzi. I vari tecnici e politici che si sono alternati negli ultimi vent’anni non hanno mai mostrato il loro buon senso. Prima hanno tentato di distruggere il convento, poi hanno proposto nel corso degli anni vari progetti di recupero, tutti irrispettosi della sua storia e delle preziose testimonianze che conserva. Una storia, a suo modo, simbolica dell’indifferenza che troppo spesso la classe dirigente italiana mostra nei confronti dei cittadini, dei loro interessi, delle loro passioni. E forse proprio per questo, complice il grande risveglio civile di questo periodo, la vicenda sembra interessare moltissimi cisternesi che il 13 gennaio hanno affollato la sala “Levi Civita” di Palazzo Caetani. Una sorta di sfida che la società civile lancia alla politica, quella con la p minuscola, che al bene comune preferisce inseguire piccoli e meschini interessi privati.

Il convegno è stato organizzato dal Comitato “Sant’Antonio Abate”, un comitato nato spotaneamente per salvare lo stabile. Nel corso della serata, il presidente del Comitato, Maurizio Cippitani ha elencato, con l’aiuto di vari articoli di giornali, diciannove anni di vergognosa indifferenza. Il primo risale al 18 maggio del 1993. Dopo l’abbattimento del settecentesco Consorzio Agrario, la giunta comunale autorizzò la disturzione dell’ex Mulino e la successiva costruzione di un centro commerciale. Il WWF, la cui sezione era guidata proprio da Cippitani, inizia una ricerca storica e scopre che la vecchia fabbrica abbandonata negli anni Settanta è in realtà una costruzione rinascimentale, e che al suo interno, sotto l’intonaco, ci ancora gli affreschi dei fratelli Zuccari e di Girolamo Siciolante da Sermoneta. Ma i politici di Cisterna ignorano la ricostruzione storica. Più sensibile si dimostrerà invece l’allora Ministro dei Beni Culturali, Alberto Ronchey, che prima sospende i lavori e a gennaio concede all’intero edificio il vincolo di tutela. L’ex Mulino entra nel patrimonio artistico nazionale, è salvo e non potrà più essere toccato.

Altrove, forse, la scoperta di possedere in casa propria, una preziosa testimonianza del passato avrebbe indotto le amministrazioni locali a investire i progetti di recupero e restauro. A Cisterna no. A Cisterna la Storia è un peso. Cisterna negli ultimi vent’anni ha perso un’antica chiesa romanica, abbattuta per un capannone. Ha perso i resti di un’abbazia medievale, distrutti per coltivarci carciofi. I reperti archeologici che il nostro territorio continua a restituire, come quelli di San Valentino e di Via Machiavelli giacciono abbandonati, in balia di chiunque. Anche sulla questione del Mulino si preferisce così proseguire sulla via del cemento perché diceva l’ex sindaco Salvatori: “chi l’ha detto che tutto ciò che è antico va salvaguardato?”.

Malgrado il vincolo, i progetti degli anni ’90 continuano a prevedere tutti modifiche, più o meno pesanti, all’edificio originario. Si arriva a negarne anche il valore storico ma per fortuna, la solitaria battaglia di Cippitani a colpi di ricorsi riesce a bloccarli. Nel 1999 alla guida del Comune sale Mauro Carturan. In campagna elettorale tuona contro “qualsiasi uso commerciale del convento” e lo fa scrivere a chiare lettere nel suo programma elettorale. Ma dopo l’elezione dimentica quelle promesse e i progetti della sua giunta continuano a prevedere la cementificazione della zona e lo snaturamento dell’edificio. Ancora una volta è Cippitani a sollevare obiezioni e a lavorare per fermare i lavori. Ci riuscirà ma dovrà difendersi da squallidi schizzi di fango: lo accusano di nascondere interessi economici nel mulino (“non hanno mai saputo spiegarmi” –ricorda Cippitani al convegno– “cosa avrei guadagnato dalla difesa di un edificio storico?”) e tentano di farlo dimettere dal WWF. Per frenare il fiume di calunnie deve intervenire persino il presidente nazionale dell’associazione ambientalista, Folco Pratesi.

Ai giorni nostri questa vicenda non ha ancora trovato una felice conclusione. Il sindaco Merolla si trova in questi giorni a dover decidere se sottoscrivere o meno una Convenzione pubblico-privato. Il nuovo progetto è ancora più subdolo: il Mulino viene lasciato integro e ceduto al Comune ma in cambio vengono autorizzati 40.000 mq di cementificazione in diversi luoghi della città. Uno scambio che –secondo le denunce del Comitato– fa guadagnare solo il privato. E, consentendo la costruzione di enormi palazzine nell’area intorno, il convento forse sopravviverà alle ruspe ma morirà soffocato dai mattoni e snaturato dal suo contesto. E ancora una volta è sempre Cippitani ad opporsi e lottare. Con l’aiuto, questa volta, del Comitato che ha costituito e di validi tecnici che guidati dall’architetto Alcidonio Di Pace hanno presentato un progetto alternativo che consentirebbe il recupero del convento e dei suoi affreschi (ancora incredibilmente intatti) e al tempo stesso trasformarlo in una casa a disposizione della città per iniziative di ogni genere. La posizione del comitato è stata sottoscritta con entusiasmo da centinaia di cittadini che hanno firmato una petizione popolare. Con Cippitani si sono schierate anche diverse associazioni locali e hanno promesso il loro sostegno alcuni consiglieri comunali. E se questa massiccia mobilitazione non dovesse essere sufficiente, gli speculatori farebbero bene a ricordare una celebre leggenda cisternese quella dei frati che, quando furono sfrattati dal Convento, vi lanciarono un’anatema: chi avesse sfruttato quel luogo sacro per fini economici sarebbe andato in bancarotta. Sette proprietari hanno avuto il convento dopo di loro. Tutti e sette sono falliti.   

7 commenti:

  1. Però si vede che sei di parte e questo è un limite secondo me

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  2. si secondo Fabio è sicuramente di parte !!! sta dalla parte dei Cittadini e questo gli fa onore a differenza di tanti distratti che continuano la loro esistenza dormiente mentre i furbi di turno ci depredano il passato per consegnarci un futuro miserabile

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  3. sono d'accordo con maurizio: l'essere di parte di Fabio è perchè è cisternese e perchè, come tanti, crede che il bene comune vada salvaguardato affinchè anche Cisterna abbia una sua storia documentata e reale, visibile agli occhi del mondo o forse basterebbe che fosse visibile agli stessi Cisternesi!!!!!!!! tutto qua! ASSUNTA

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  4. Ottimo resoconto dell'incontro, fatto da Fabio.
    Considerare il resoconto "di parte" e' una delle tante assurdita' che ha portato Cisterna ad una situazione di scempio e invivibilita', che di certo non ci si aspettava, almeno per quelli della mia generazione che a Cisterna hanno fatto in tempo ad usufruire delle tre sale cinematografiche che esistevano,che usufruivano di una biblioteca ben gestita e confortevole (era sita in Via Cairoli sopra il supermercato siper ex standa).

    Ora invece, proprio perche' non c'e' stata alcuna responsabilita' " di parte" la situazione e' disastrosa. Un paese dormitorio e invivibile senza servizi e senza uno sviluppo sostenibile integrato con il territorio esistente, tutto in nome degli intrecci politici affiliati con i profitti e la speculazione che dopo aver messo le mani sull'area dell'ex consorzio-cinema (della serie prendi i soldi e scappa) non ha di certo pudore a metterle sul mulino, cosi come di certo non si fa' scrupolo della volonta' di dare in gestione privata il nuovo polo sportivo realizzato con soldi pubblici.

    Cementificazione continua e devastazione ambientale, addirittura in contrasto con le stesse regole comunali in vigore (regolamento emanato a luglio 2008) viene consentito il taglio delle alberature urbane.

    E' questa la parte che si dovrebbe difendere?

    http://www.meetup.com/cisternalatina/messages/boards/

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  5. Bisogna assolutamente essere di Parte! Anche il sindaco dovrebbe esserlo! Invece mi ha fatto sapere che vuole andare avanti, vuole accellerare il rilascio del permesso a costruire... E noi non ci fermiamo! Grazie Fabio.

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    1. Grazie MAURIZIO

      Non avevamo di certo dubbi, sulle posizioni del sindaco che " AMA CISTERNA"e che non ha in alcun modo fermato la continua corsa alla cementificazione, preferendo stare dalla parte degli speculatori anziche' dalla parte dei cittadini e del territorio.

      Ad ogni modo,durante il corso dell'incontro pubblico,molti dei suoi sostenitori diretti (consiglieri comunali) hanno invece espresso considerazioni di salvaguardia del mulino e dell'area circostante.
      Staremo a vedere le azioni concrete di quest'ultimi.

      P.S. Nel forum del meet up di Cisterna, ho pubblicato la mail inviata al responsabile del verde pubblico per richiesta chiarimenti in merito al taglio ingiustificato di molti alberi adulti (pubblici non privati) e in buona salute, tutto in contrasto con lo stesso regolamento comunale del 1 Luglio 2008.
      http://www.meetup.com/cisternalatina/messages/boards/

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