domenica 2 settembre 2012

C'era un cinese in negozio

Negozi cinesi nel multietnico
quartiere di  Piazza Vittorio a Roma 
Dal cinese, qualche giorno fa. 

Con una mano destra reggo una maxi-confezione di dieci rotoli di carta igienica, sotto un'ascella ho incastrato uno scottex e con la sinistra tento di afferrare grosse buste nere della spazzatura sopra uno scaffale.

Notando le mie difficoltà, il commesso orientale si precipita dalla cassa: "Tengo io, plendi dopo" dice in un'italiano mozzicato.
Lo guardo confuso.
Il commesso insiste: "Tengo io, plendi dopo" e delicatamente prende la maxi-confenzione e lo scottex. Li porta alla cassa, me li conserverà fino a quando non ho terminato i miei giri dentro il negozio.

L'educazione è da sempre la migliore strategia economica. Perché con le mani libere avrei probabilmente potuto comprare più cose. E sopratutto perché gesti insperati fidelizzano il cliente e lo fanno tornare più volentieri. 

I negozianti italiani vedono sempre meno di buon'occhio l'agguerrita concorrenza straniera. Concorrenza che spesso calpesta le regole, sfrutta la manodopera, taglia prezzi e stipendi, dilata gli orari. Gli stranieri devono fare i conti anche con pregiudizi e leggende metropolitane dure a morire (quanti credono che davvero nei camerini degli abbigliamenti cinesi si nascondino mafiosi pronti a rapire le donne che si cambiano?). 

Ma se conquistano euro e clienti, non è tanto per l'illegalità ma piuttosto per la gentilezza che hanno sempre, come quel commesso nei miei confronti. Gentilezza quasi scomparsa invece da buona parte dei colleghi italiani. 

Fuori dai negozi, le cose sono anche peggio. Nessuno ringrazia, nessuno si scusa, nessuno sbaglia. Tutti capaci solo a pretendere, a battere i pugni, ad avere sempre ragione. Stiamo sempre alla ricerca di un pretesto per litigare, di uno spunto per criticare, di un motivo per togliere il saluto a qualcuno.

Meglio andare dal cinese...

2 commenti:

  1. Maurizio Capone02/09/12, 15:51

    Fabio diciamo che anche nei negozi gestiti da commercianti Italiani si trovano cortesia e competenza . Semmai qualcuno potrebbe andare a prendere a pretesto la presenza dei commercianti Cinesi per giustificare il calo delle vendite , ma non mi trova d'accordo poichè la crisi delle vendite è legata alla recessione (e qui si dovrebbe aprire un'altra analisi legata alla mancanza di competitività delle nostre aziende strangolate da un stato vampiro che non corrisponde servizi adeguati alle tasse versate). Semmai sarebbe da verificare che i prodotti messi in vendita presso questi esercizi commerciali siano in regola con le norme vigenti che tutelino la salute dei cittadini consumatori Purtroppo spesso questo viene meno , si hanno spesso notizie riguardanti il sequestro di giocattoli non a norma pericolosi per i bimbi , di scarpe realizzate con materiali contenenti materiali nocivi ( vedi ammine aromatiche le stesse che venivano adoperate per le mescole degli pneumatici nello stabilimento Good Year che tanti morti ha fatto nella nostra comunità ) va bene la cortesia e la gentilezza ma anche attenzione al rispetto delle leggi e anche a chi ( dico io ) attenzione a chi dovrebbe farle rispettare che molto spesso chiudendo gli occhi apre le saccocce , non si spiega come merci contraffatte , nocive , pericolose per la salute ed a basso costo arrivino regolarmente nei porti Italiani di Genova napoli Gioia Tauro etc etc e gli organismi di controllo che fanno e a loro chi li controlla ? Non basta essere cortesi e sorridenti e facile sorridere nel paese di Bengodi

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  2. la legge sono io18/09/12, 09:40

    per non parlare delle frutterie degli egiziani ,una mafia assurda,come fanno a stare sempre aperti senza che nessuno li multi???non hanno nemmeno le celle frigorifere che sono obbligatorie,e soprattutto...COME HANNO FATTO AD APRIRE TUTTE QUESTE FRUTTERIE????? mi sembra che le forze dell'ordine chiudano un occhio.
    Se si facesse una indagine su questa cosa ti chiamerebbero a lavorare ad un giornale nazionale :)

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