martedì 15 novembre 2011

Non è un paese per giornalisti (la libertà di stampa a Cisterna)

Fino a poco tempo fra i commenti di un noto blog locale era facile trovare –indipendemente dal post riportato– insulti e attacchi di vario genere da parte di alcuni anonimi. L’obiettivo era sempre lei: Daniela Del Giovine, corrispondente da Cisterna per “Latina Oggi”, lo storico quotidiano della provincia pontina un tempo proprietà del fascista Ciarrapico ed ora passato nelle mani di una cooperativa indipendente. Prima che finalmente i gestori del sito iniziassero a filtrare i commenti, Daniela veniva insultata e attaccata per i suoi articoli, sgraditi da sempre a chi comanda in città. Eppure il mestiere del cronista è proprio questo: riportate le notizie, anche se a qualcuno non piacciono. “La stampa libera” –ci spiega Daniela– “crea cittadini consapevoli. Il cittadino che ha la possibilità di avere tante informazioni, di metterle a confronto, diventa un cittadino consapevole. La consapevolezza porta l'individuo a fare delle scelte nella sua vita, nel suo lavoro, in politica, in ogni momento della sua giornata. Un bambino ha bisogno di essere sostenuto, indirizzato e guidato, un uomo diventa adulto quando compie scelte in base alla sua esperienza ed in base alle informazioni in suo possesso. Così un popolo, diventa adulto quando ha la capacità di elaborare tutte le informazioni esistenti in un dato periodo storico. Ma le informazioni devono esserci.” Ma Cisterna non è un paese per giornalisti, specie se liberi. Come tutta l’Italia purtroppo. Il nostro Paese detiene il record europeo di cronisti sotto scorta e nella classifica dell'organizzazione indipendente americana "Freedom House" siamo al 73° posto, fra il Benin e la Repubblica di Tonga. Una posizione che ci rende ultimi nell'UE e che ci umilia al rango di "stato semi-libero". Dopo le censure degli anni 2000 (la più celebre é senza dubbio l'editto bulgaro) oggi l’arma più potente contro la stampa, soprattutto per quella di provincia composta perlopiù da giovani precari, è l’arma della denuncia: “Il nostro sindacato” –ricorda– “le chiama querele temerarie. Vengono richieste delle cifre allucinanti di danni, cinquanta-centomila euro solo per aver “citato” questo o quella persona importante. Con i tempi della giustizia italiana, sono un fardello pesante da sopportare. A volte basta la paura di dover metter un avvocato costoso a condizionare molti. E molti scelgono la strada dell’autocensura. Io per quanto mi riguarda, tento di raccontare le storie in tutte le loro sfaccettature comunque, a volte penso che quel minimo di conoscenza del diritto per me sia stata l'unica salvezza finora. Insomma a volte è meglio raccontare, danzando sulle punte e dicendo sempre le cose come stanno” Ma se danzare sulle punte forse fa sfuggire alle querele, la vita di un giornalista non è mai serena: “Ormai ognuno di noi mette in conto che riceverà minacce, pressioni, insulti. Io ho tanto da imparare da chi in Italia e anche in questa Provincia va avanti compiendo il suo lavoro e subendo di tutto. A me la cosa che capita più spesso è che ad esempio Tizio dice una cosa sgradevole su Caio. Caio la legge sul giornale e si arrabbia molto ma poi se la prende con la sottoscritta. Io replico loro quando mi urlano al telefono: ma rispondi a chi ti dice certe cose, io le ho soltanto riportate. A volte ricevo persino dei comunicati stampa, delle cose inopinabili. Il principio assurdo è che la colpa è sempre del giornalista che scrive certe storie, non di chi le fa.” Ma un giornalista che riporta certe storie che colpa ha? Non sta facendo il suo mestiere come lo facevano i maestri che fanno studiare nelle scuole del mestiere: Enzo Biagi, Indro Montanelli, Oriana Fallaci? Non sta semplicemente esercitando un diritto riconosciuto dalla Costituzione, quella sulla quale tutti i politici giurano quando entrano in carica e che all’articolo 21 proclama con solenne semplicità: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. “Quelli che vogliono distruggere la Costituzione” –commenta la giornalista– “non sono dei pazzi ignoranti. Sono, al contrario molto preparati perché sono ''consapevoli'' delle garanzie poste nella Carta e che per loro sarebbe meglio cancellarla. Chi vuole smantellare certi articoli è perché è ''consapevole'' della rigidità delle regole e soprattutto che uno non può fare come gli pare. Quando si legge la Costituzione, si leggono le sofferenze subite da un popolo e l'amore dei costituenti per le generazioni future, perché grazie a lei nessuno può alzarsi la mattina e dire tolgo questa o quella garanzia e tutela. I nostri padri ne sapevano qualcosa e ci hanno lasciato un grande dono.” Ma secondo Daniela Del Giovine anche i lettori, l’opinione pubblica, ha le sue colpe se la libertà di stampa è sempre sotto pressione: “Quanta curiosità e fame di notizie hanno i cittadini? Quanti sono gli individui adulti e consapevoli che vogliono scegliere il loro destino ogni giorno? Quanti sono curiosi? Secondo me c'è una proporzione anche in questo. Questa è la terra dove si scambiano diritti per favori. Possono dare retta a qualcuno che ti scrive le cose come stanno? Tante persone consapevoli fanno la Libertà di Stampa. Bisogna avere fame di notizie, poi tutto il resto arriva da solo” Inutile chiederle se lei o i suoi colleghi hanno mai ricevuto solidarietà, anzi la sua risposta è durissima: “Quando si arriva agli estremi, ad avere cronisti e scrittori sotto scorta, o addirittura uccisi, significa che è già troppo tardi. Poi facciamo le manifestazioni con la faccia dello scrittore, ma li strumentalizziamo solo per dire che combattiamo per la libertà di stampa. In realtà un giornalista è solo, perché chi fa bene questo mestiere non fa comodo a nessuno. Ma con la rivoluzione araba si è dimostrato che è la censura è inutile. Oggi i mezzi di comunicazione sono tanti, basta un video caricato sul Web da qualsiasi cittadino per dare una notizia. La stampa tradizionale ha due possibilità: o si adegua e compete con le notizie che provengono dai cittadini, offrendo chiavi di lettura autorevoli o soccombe.”  

Articolo uscito sul numero di novembre di Collettivamente, rivista ufficiale dell'associazione Eupolis di Cisterna.

4 commenti:

  1. CISTERNA o meglio il suo apparato amministrativo CONTINUA A NON ESSERE PER LA LIBERTA' DI INFORMAZIONE.

    L'attacco frontale ancora una volta, e' nei confronti della corrispondente locale Daniela Del Giovine,colpevole a quanto pare del solo fatto di aver pubblicato la notizia citando il nome del dipendente pubblico comunale responsabile dell'uffico verde pubblico.

    Il responsabile comunale dell'ufficio verde pubblico e' il sig. Giorgio Carabella.

    Costui e' il dipendente pubblico che al comune di Cisterna si occupa di verde pubblico.

    Ed e' quindi la persona a cui ho inviato le mie richieste di chiarimento in merito al taglio di alcuni alberi in pieno rigoglio vegetativo.

    Tale mail l'ho inoltrata per conoscenza alla redazione locale del quotidiano Latina Oggi.

    La redazione infatti il giorno seguente,ha pubblicato un articolo. A seguito dell'articolo,come mi ha descritto Daniela, si e' verificato un vero e proprio atto intimidatorio da parte del pubblico dipendente comunale,nei confronti di Daniela.

    Ebbene tutto cio' oltre ad essere INACCETTABILE denota l'ignoranza assoluta di alcuni pubblici dipendenti che ignorano del tutto le loro funzioni pubbliche nei confronti del cittadino.

    E menomale che proprio Cisterna, si vantava di avere dei rapporti continui con l'ex ministro Brunetta,colui che si e' sempre scagliato contro l'inefficienza del pubblico.

    L'atto intimidatorio nei confronti di qualsiasi cittadino proveniente da un dipendente pubblico,oltre ad essere una grave forma di incivilta', e' perseguibile a norma di legge tramite provvedimenti disiplinari.

    La responsabilità disciplinare nel pubblico impiego http://www.guidelegali.it/Approfondimento/la-responsabilita-disciplinare-nel-pubblico-impiego-1368.aspx

    Qui di seguito il link dove e' possibile visionare la mail da me inviata all'ufficio preposto:
    http://www.meetup.com/cisternalatina/messages/boards/thread/19682542

    Se l'atteggiamento intimidatorio dovesse determinare delle denuncie da parte di Daniela,mi costituiro' parte civile, invito anche voi a fare altrettanto NON SI PUO' ACCETTARE L'IGNORANZA E L'ARROGANZA DI UN PUBBLICO DIPENDENTE CHE E' APPOSITAMENTO RETRIBUITO PER VENIRE INCONTRO AL CITTADINO.

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    1. Scusami ma hai le prove reali per accusare una persona di un reato PENALE molto grave o ti muovi per "sentito dire"? Personalmente trovo profondamente sbagliato diffondere notizie false su qualcuno senza averne la certezza, forse stiamo infangando un onesto funzionario dello Stato. Non elimino il commento ma gradirei in futuro non leggere più certe pesanti illazioni senza prove (sul sito del Giornale puoi farlo, è la loro linea editoriale non la mia). Grazie.

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    2. Aggiungo inoltre che la stessa Daniela pur avendone la possibilità ha preferito non rendere pubblico l'autore della telefonata. Se deciderà di agire in giudizio contro qualcuno sarò ben lieti di pubblicare la notizia con tanto di nome e cognome.

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  2. Gentile Fabio
    con la mia considerazione, non sto' accusando proprio nessuno, ti invito pertanto a legger nuovamente quanto da me postato in precedenza.

    Riassumendo:
    dopo che il sottoscritto in qualita' di comune cittadino, ha notato il taglio inspiegabile di alcuni alberi pubblici (ben 4) senza che sia stata data alcuna spiegazione (piante malate,infestate da terribili insetti, struttura pericolosa?) ed essendo consapevole dell'esistenza di un regolamento comunale atto alla tutela del verde pubblico insieme all'esistenza di un ufficio che si occupa del verde pubblico non ho potuto fare altro che inviare una mail a tale ufficio e allo scopo di informare la stampa locale ho inviato la stessa mail ,per conoscenza, alla redazione locale di Latina Oggi.

    Il giorno seguente, anche in seguito ad altre segnalazioni, Latina Oggi ha pubblicato un articolo informando i lettori della mia mail inviata a tale ufficio,di cui per l'appunto ne e' responsabile il sig. Giorgio Carabella, che pare (da quanto descrittomi dalla stessa Daniela Del Giovine) sia andato su tutte le furie,minacciandola verbalmente, in quanto era addirittura apparso il suo nome sul quotidiano.

    Dato il fatto che non e' stata violata alcuna privacy ,in quanto il signore e' il funzionario pubblico responsabile del verde pubblico del comune di Cisterna, nome cognome e qualifica ben presente sul sito comunale,PERCHE' TALE REAZIONE violenta e incivile da parte di quest'ultimo?

    Perche' nessuno vuole prendersi la propria responsabilita'?

    Virghil meet up cisterna

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