Gruppi del genere a Cisterna non sono mai nati. Non è un caso forse. Perché il cronico disservizio di Poste Italiane in città farebbe vacillare anche il più irriducibile del francobollo.
Tante le mancanze, a cominciare da quella più evidente: una sola sede in tutta l'area urbana (gli altri uffici si trovano tutti in piccole frazioni di campagna) che non riesce a reggere il mare di carta che, anche nell'epoca del modem, continua a viaggiare verso e da la città dei butteri. Oltre a costringere ogni giorno centinaia di cittadini a code interminabili davanti agli sportelli.
A questo si può aggiungere la scarsità assoluta di cassette per imbucare la posta. Una persona che, ad esempio, vive a San Valentino, per spedire qualsiasi cosa è costretto a recarsi fino all'ufficio postale in viale America (almeno due chilometri) perché fra il quartiere e il centro non c'è una sola misera cassetta. Un'area vastissima, quindi, che comprende, oltre a San Valentino, anche la zona del centro commerciale la Grangia, Via Monti Lepini, le nuove case di Via Machiavelli, la zona del Darby. Stiamo parlando, ad occhio, della parte più densamente popolata di Cisterna, ma è completamente sprovvista di cassette postali.
Negli ultimi tempi Poste Italiane ha deciso di rendere ancor più problematica la vita ai suoi utenti. Da tempo, infatti, anche la ricezione delle lettere sta diventando difficile. Sono sempre di più i casi di lettere spedite che non arrivano, con i cittadini costretti a recarsi di persona all'ufficio di via Porta Agrippina per recuperare la corrispondenza. Un problema decisamente serio perché nell'elenco delle lettere non inviate finiscono sopratutto bollette, richieste di pagamenti, comunicazioni ufficiali. Lettere che, se non ricevute in tempo, possono comportare conseguenze legali e complicazioni di ogni genere. Si toccano casi limite come, denuncia una persona, quello di una richiesta di un'assicurazione spedita da Velletri il 3 giugno e arrivata a Cisterna il 28. Un fenomeno che non risparmia nessun quartiere della città.
Ma ora la gente, stanca, ha deciso di reagire. Tramite Facebook è stato segnalato il problema e si è deciso di scrivere una lettera collettiva di proteste alla direzione delle Poste chiedendo "di fare tutto il possibile per risolvere quanto segnalato". In caso contrario, promette Carlo Buonincontro presidente dell'associazione "Esso Chissi" che coordina le proteste, sono pronte iniziative più forti: sit-in di proteste e petizioni popolari.
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