"Pe chi patisce de malinconia
questa è l'ora più peggio che ce sia!"
(Trilussa)
Notte di luna piena, stasera.
Quanti se ne saranno accorti? Quanti hanno alzato lo sguardo, per ammirare la luna infuocarsi mentre incrocia le ultime luci del giorno, nell'ora del tramonto. Un'enorme caramella all'arancia, così fantastica da sembrare un effetto speciale, una manipolazione del Cielo.
Ormai nessuno guarda più la luna o il tramonto. Ancor meno l'alba, spettacolo ancor più suggestivo, simbolo di speranza e rinascita, che però va in onda ad orari sbagliati. O la magia di un temporale o di una nevicata, spunto per discussioni, lamentele e inutili polemiche alla televisione. Le meraviglie della natura resistono solo nei simboli e nelle canzoni. Ma a vederla dal vivo, nuda e imperfetta, lontana dagli stereotipi, la nostra unica madre quasi delude. "Tutto qua?" L'uomo moderno, dice un vecchio detto del giornalismo, vuole solo sangue, sesso e scandali. Chi non offre niente di simile, rinunci al successo e all'attenzione degli altri. Cosa c'è ancora da vedere in cose antiche da millenni? Cosa resta poi per poter discutere ed esprimere, ad ogni costo, un'opinione o un luogo comune?
Neanche le anime malinconche contemplano più la natura. Il depresso per eccellenza, Leopardi, guardava il Creato e scriveva poesie, oggi si ingoiano pillole e si va da uno psicologo. Sfuggire alla solitudine nascondendosi negli angoli più torbidi di Internet. Corteggiare ragazzine o ragazzini in cerca del primo brivido, vantarsi pregresse esperienze o supplicarli: "Ti compro quello che vuoi, ti regalo un vestito firmato, una ricarica, cento euro".
Chi guarda ancora le stelle? Chi trova il coraggio di perdersi, con gli occhi, nella notte? Fu così, dicono gli storici, che l'uomo primitivo scoprì l'esistenza di Dio. Oggi le stelle non esistono più, sono state cancellate dal neon e dai lampioni. Illuminati a forza per scacciare ogni paura, da quella dei ladri a quella dell'infinito. Le stelle servono solo a compilare i soliti oroscopi, sempre uguali, sempre banali. Come i politici, promettono sempre fumose svolte che non arriveranno mai.
Un bosco è solo un luogo pericoloso, dove gli insetti e allergie colpiscono senza pietà. Un albero è inutile perché attrae le bestie, sparge la polvere, nasconde gli animali. Meglio un parcheggio per un'altro SUV, meglio il verde triste di piccole piante finte che moriranno prima di crescere.
Esiste qualcuno che trova ancora il coraggio di meravigliarsi? Di alzare le nostre teste, sempre abbassate, e tornare a guardare in alto? Ricordarsi che siamo ancora lontani dalla perfezione e che dobbiamo sforzarsi di raggiungerla? Stimolare di nuovo le nostre anime, trovare il coraggio di avere un sogno, un'utopia, un traguardo da raggiungere?
Complimenti Fabiè! Sognatore errante :)
RispondiElimina